Neander Johanmes

 

Johann Neander o Johannes Neander (c1596 Bremen - c1630) era un medico tedesco,di Brema, anche filosofo, scrittore e poeta, meglio conosciuto per la sua oper “aTabacologia: hoc est, tabaci, seu nicotianæ descriptio medico-cheirurgico-pharmaceutica: vel eius præparatio & usus in omnibus corporis humani incommodis ... del 1626 pubblicata da Isaac Elzevir di Leida [1-3].

 

Il lavoro di Neander esaltava le virtù medicinali del tabacco, ma metteva anche in guardia sui pericoli inerenti al suo abuso: era, disse, "una pianta creata da Dio, ma anche il diavolo è coinvolto; gli eccessi hanno rovinato sia la mente che il corpo". Le sue informazioni sono state raccolte principalmente da erbari del XVI secolo, e il lavoro mostra anche le prime illustrazioni conosciute di nativi americani che coltivavano il tabacco [4]. Neander era particolarmente interessato agli usi medicinali del tabacco

 

Bibliografia

1)  https://viaf.org/processed/WKP%7CQ15821352

2) https://data.bnf.fr/fr/14064707/johannes_neander/

3) https://archive.org/details/tabacologiahoces00nean

4) https://www.rcpe.ac.uk/heritage/vile-custome-history-tobaccos-medical-interpretations

Radium Girls

 

Con  Radium Girls erano indicate le operaie lavoratrici che subirono un grave avvelenamento da radiazioni di radio, contenuto nella vernice radioluminescente utilizzata come pittura per quadranti nelle due fabbriche di orologi, Radium Company, che monopolizzarono il mercato negli Stati uniti: la U.S. Radium Corporation nata nel 1917 e la Radium Dial Company fondata nel 1922.

La  United States Radium Corporation era attiva con tre factory: una a Orange, nel New Jersey, fu la prima a partire nel 1917 a; una a Ottawa, Illinois, a partire dai primi anni '20; e una terza struttura a Waterbury, nel Connecticut, mentre  la Radium Dial Company operava con uno stabilimento nell'Illinois.

 

Le donne in ogni fabbrica hanno ingerito quantità mortali di radio dopo essere state istruite a "puntare" i pennelli sulle labbra per dare loro una punta sottile; alcune hanno anche dipinto le unghie, il viso e i denti con la sostanza radioattiva luminosa. Le donne sono state istruite a puntare i loro pennelli in questo modo perché l'uso di stracci o di un risciacquo dei pennelli con acqua faceva loro impiegare  più tempo e materiale, poiché il risciacquo era composto da radio in polvere, gomma arabica e acqua. Nei primi anni ’20 le ragazze che dipinsero i quadranti iniziarono a mostrare i primi sintomi da avvelenamento. Le mascelle si gonfiavano e i denti cadevano senza alcuna ragione apparente. Con l’inizio dei primi sintomi arrivarono anche le denunce da parte di alcune lavoratrici, che dopo alterne vicende vinsero. Molte delle dpnne lavoratrici che vinsero le vertenze morirono quasi tutte in breve tempo, ma segnarono un passaggio fondamentale per i diritti dei lavoratori all’interno degli ambienti di lavoro. Cosa prima assolutamente impensabile.

Intanto la parola “Radioattivo”, in quegli anni,  era diventata la chiave per vendere ogni prodotto, persino i medicinali. Anche i prodotti che in realtà non contenevano Radio erano marcati con gli slogan “Radioattivi”, in modo da risultare più facilmente vendibili. I beni commerciali a base di radio erano diventati la norma, dai dentifrici alla lana per neonati, dai giocattoli per i bambini all’acqua potabile. A Parigi, per esempio,  venne creata una linea cosmetica chiamata Tho-Radia, che comprendeva rossetti, creme per il viso, sapone, polveri e dentifrici contenenti torio e radio.

 

HPV (Human Papilloma Virus)

 

All'inizio degli anni '80 per la prima volta è stato dimostrato il legame tra infezioni genitali da papillomavirus umano (HPV) e Cancro della Cervice Uterina (CC) dal virologo tedesco zur Hausen e da allora il legame tra HPV e CC si è consolidato, tanto che l'infezione da HPV è ora riconosciuta come il principale fattore eziologico per la neoplasia cervicale invasiva e preinvasiva in tutto il mondo [1].  L'HPV è stato implicato nel 99,7% dei casi di CC a cellule squamose in tutto il mondo [2], ed ha mostrato una correlazione, seppur meno pronunciata e dipendente dall’età, con gli adenocarcinomi della cervice [3]. Sono stati identificati circa 30 tipi di HPV che si diffondono attraverso il contatto sessuale e, di questi, quattro si trovano più spesso nelle cellule maligne dei CC, con il tipo 16 che rappresenta circa la metà dei casi negli Stati Uniti e in Europa ed i tipi 18, 31 e 45 che rappresentano un ulteriore 25-30% dei casi.

Il CC è il quarto tumore diagnosticato più frequentemente fra le donne di tutto il mondo e la quarta causa di morte per cancro, con circa 604.000 nuovi casi e 342.000 decessi in tutto il mondo nel 2020 [1]. In Italia, il CC è il quinto tumore più comune nelle donne giovani (sotto i 50 anni), con un totale di 2365 nuovi casi stimati per il 2020 [2]. Tuttavia, il CC è considerata ormai una malattia prevenibile e si dovrebbe fare molto per prevenirla.

È ormai noto che la persistenza dell'infezione da HPV è il più forte fattore epidemiologico associato alla neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN) ed al CC [3] ed è considerata una causa necessaria per lo sviluppo della malattia. Sono stati identificati però atri fattori di tipo virale, genetico o ambientale che, insieme all'infezione da HPV, influenzano il rischio di CC [4]. Il fumo è stato identificato fra i co-fattori ambientali che determinano un rischio di subire lesioni precancerose e di progredire a CC.

Fumo come co-fattore eziologico dell’HPV per il cancro cervicale

Studi epidemiologici hanno dimostrato che solo una piccola percentuale di donne infettate con tipi di HPV oncogenici progredisce verso lesioni intraepiteliali di alto grado (HSIL) o CC. Poiché l'infezione da HPV è considerata una causa necessaria ma non sufficiente per sviluppare il CC [2], è stato ipotizzato che altri co-fattori, che agiscono in associazione con l’infezione da HPV, sono necessari per la progressione dall'infezione cervicale da HPV a CC. I cofattori possono essere classificati in tre gruppi: (1) cofattori ambientali o esogeni, compreso il fumo di tabacco, l'uso di contraccettivi orali, la dieta, il trauma cervicale, la co-infezione con virus dell'immunodeficienza umana e altri agenti a trasmissione sessuale; (2) cofattori virali, come l'infezione da tipi specifici, la co-infezione con altri tipi, la carica virale; (3) cofattori genetici dell'ospite, come l'antigene leucocitario umano o altri fattori correlati alla risposta immunitaria [7].

il ruolo del fumo come co-fattore, insieme all’infezione da HPV, nella cancerogenesi cervicale. La persistenza dell’infezione HPV ad alto rischio, è il fattore di rischio epidemiologico più importante per il CC, tuttavia per sviluppare la malattia occorre la presenza di co-fattori, quali il tabagismo che interferisce con l’incidenza e la prevalenza dell’infezione da HPV ed è associato con CIN e CC invasivo, aumentandone il rischio da due a quattro volte [8]. E’ dunque importante indagare sulle abitudini del fumo di tabacco sia nella pratica clinica che nella ricerca sul CC, che, essendo il CC è una malattia evitabile, occorre aumentare gli sforzi per prevenirla.

Ci sono un miliardo di fumatori nel mondo e un terzo degli adulti sono regolarmente esposti al fumo attivo con il peso delle malattie tabacco correlate, disabilità e morte più alto nei paesi in via di sviluppo. Inoltre il livello dell’aumento del consumo di sigarette nei paesi in via di sviluppo è 10 volte maggiore rispetto ai paesi industrializzati. Questo peso è destinato ad aumentare nelle decadi a venire se l’attuale andamento persiste con più del 90% della popolazione mondiale non protetta da politiche globali contro il fumo di tabacco e una bassa adesione (2%) dei paesi in cui ci sono leggi anti fumo globali [9]

Globalmente, c’è un andamento in aumento delle donne fumatrici di età 13 a 15 anni di cui occorre tenere in considerazione insieme all’età mediana alla quale avviene il primo rapporto sessuale per la maggioranza delle donne è da 15 a 19 anni ai fini della valutazione del rischio per ICC [10]. Harper e colleghi hanno discusso su strategie primarie per infezione da HPV e prevenzione del cancro della cervice uterina. I messaggi  e il counselling per la cessazione del fumo di tabacco, l’uso di profilattico, la circoncisione e una scelta selettiva del numero di partner sessuali possono aiutare a ridurre il rischio di cancro della cervice uterina. Altri fattori di rischio di comportamenti sessuali e riproduttivi per il cancro della cervice sono età precoce del primo incontro sessuale e della prima parità come pure la durata di uso di contraccettivi orali combinati. Alcune infezioni da HPV possono essere prevenute mediante vaccinazione. Il cancro della cervice è prevenibile tramite lo screening [11].  Smettere di fumare è associato ad una diminuzione della dimensione della lesione CIN [12 ].

Associazione significativa riscontrata tra il livello della riduzione del fumo di tabacco e la riduzione delle dimensioni della lesione in uno studio di intervento di cessazione del fumo tra donne con lesioni di minore grado, ulteriormente rafforza il ruolo plausibile del fumo di tabacco nella cancerogenesi dell’HPV [12 ].

 

Bibliografia

  1. International Agency for Research on Cancer. Human papillomavirus. IARC Monogr Eval Carcinog Risk Hum 64:1995.
  2. Walboomers JM, Jacobs MV, Manos MM, Bosch FX, Kummer JA, Shah KV, Snijders PJ, Peto J, Meijer CJ, Muñoz N. Human papillomavirus is a necessary cause of invasive cervical cancer worldwide. J Pathol 1999;189:12-9.
  3. Andersson S, Rylander E, Larsson B, Strand A, Silfversvard C, Wilander E. The role of human papillomavirus in cervical adenocarcinoma carcinogenesis. Eur J Cancer 200137:246-250.
  4. Sung H, Ferlay J, Siegel RL, Laversanne M, Soerjomataram I, Jemal A, Bray F. Global cancer statistics 2020: GLOBOCAN estimates of incidence and mortality worldwide for 36 cancers in 185 countries. CA Cancer J Clin 2021. doi: 10.3322/caac.21660.
  5. I numeri del cancro in Italia, 2020
  6. IARC Monograph 995
  7. Castellsagué, X., & Munoz, N. (2003). Chapter 3: Cofactors in human papillomavirus carcinogenesis—role of parity, oral contraceptives, and tobacco smoking. JNCI monographs2003(31), 20-28.
  8. Fonseca-Moutinho, J. A. (2011). Smoking and cervical cancer. ISRN obstetrics and gynecology, 2011.
  9. World Health Organization. WHO Report on the Global Tobacco Epidemic, 2009: Implementing smoke-free environments. World Health Organization. Geneva, Switzerland; 2009.
  10. Wellings K, Collumbien M, Slaymaker E, Singh S, Hodges Z, Patel D, et al. Sexual behaviour in context: a global perspective. Lancet 2006;368:1706–28
  11. Harper, D. M., & Demars, L. R. (2014). Primary strategies for HPV infection and cervical cancer prevention.Clinical obstetrics and gynecology, 57(2), 256-278.
  12. Szrewski A., Jarvis M., Sasieni P., Anderson M., Edwards R., Steele S.J., et al.: “Effect of smoking cessation on cervical lesion size”. Lancet, 1996, 347, 941

 

Pack-year

 

E’ un parametro molto importante nell’iter diagnostico e prognostico delle patologie tabacco-correlate, da tempo usato in epidemiologia e pneumologia, che indica il carico di componenti del tabacco di un soggetto nell’arco della sua vita. Si basa sulla raccolta dei dati anamnestici del fumatore, quindi è un parametro soggettivo. Esso sembra inoltre avere una correlazione diretta con le probabilità di successo di un trattamento di disassuefazione dal tabacco. Secondo le linee guida della NCCN (National Comprehensive Cancer Network)* il pack-year è un parametro fondamentale per lo screening del tumore polmonare, consentendo la suddivisione in 4 categorie di rischio:

 

basso:  <50 anni e <20 pack-years

moderato: > 50 anni e > 20 pack-years di fumo attivo o passivo, in assenza di altri fattori di rischio

alto:  > 50 anni e > 20 pack-years di fumo attivo in presenza di un altro fattore di rischio, eccetto il fumo passivo

altissimo:  > 55 anni e > 30 pack-years di fumo attivo (a meno che il soggetto non sia ex-fumatore da >15 anni)

 

*NCCN (National Comprehensive Cancer Network): guidelines for patients/lung cancer screening 2014

 
Bibliografia
CAMMARATA L.M., PISTONE G., ZAGA’ V. “L’utilità del pack-year come espressione dell’uso cumulativo di tabacco nella vita.” Tabaccologia 2014; 1-2: 31-34.

Catrame

 

E’ un particolato tossico del fumo di sigaretta, considerato un cancerogeno completo che non solo causa, ma anche favorisce alterazioni maligne. 

Nicotina (storia)

 

La nicotina è un composto organico, un alcaloide psicoattivo, parasimpaticomimetico, e tossico (30–60 mg=0,5-1,0 mg/kg[1] possono essere fatali per l'uomo[2]) che agisce come un agonista per il recettore nicotinico dell'acetilcolina, biologicamente connesso alla difesa del vegetale dagli organismi erbivori, presente nella pianta del tabacco e in altre solanacee.

Sebbene si trovi in tutte le parti delle piante, è particolarmente concentrata nelle foglie. La sua biosintesi viene effettuata nelle radici ed essa viene poi accumulata nelle foglie.

Dal punto di vista storico-scientifico, fu Vauquelin, scienziato francese, nel 1809, ad ipotizzare la presenza nel tabacco dell’alcaloide vegetale che prese il nome di nicotina (in onore di Jean Nicot che indrodusse il tabacco alla corte del re di Francia, ritenendolo e descrivendolo nel 1559 come una pianta medicinale con la quale curò l’emicrania della regina Caterina de Medici). Poi, Posselt e Reimann, dell’Università di Heildelberg, isolarono e purificarono la nicotina nel 1828.

Nel 1843 Melsens ne stabilì la formula molecolare empirica (C10H14N2), mentre Schloesing nel 1847 determinò il peso molecolare (162,23 g.mol–1).

Nel 1895 Adolf Pinner purificò e stabilizzò la struttura come la si conosce oggi. La prima sintesi di questo alcaloide la si ebbe nel 1904 ad opera di A. Pictet e A. Rotschy. I primi studi sul metabolismo della nicotina iniziarono poi negli anni ’ 50.

Nel 1981 e nel 2000 si ottennero rispettivamente le prime sintesi enantioselettive della nicotina naturale, (S)-nicotina, e della (R)-nicotina [3].

In un grammo di tabacco secco, sono contenuti dai 15 ai 25 mg di alcaloidi dei quali la nicotina rappresenta il 90%. Il restante 10% è rappresentato da altri alcaloidi come nornicotina, anabasina, anatabina, miosmina, 2,3-bipiridina, ecc. [4,5]

 

Bibliografia

1) (EN) Nicotine (PIM), Inchem.org. URL consultato il 19 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2017).

2) Genetic Science Learning Center, How Drugs Can Kill, su learn.genetics.utah.edu (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2013).

3) Loh TP, Zhou JR, Li XR, Sim KY. Novel reductive aminocyclization for the syntheses of chiral pyrrolidines: stereoselective syntheses of (S)-nornicotine and 2-(2-pyrrolidyl)-pyridines. Tetrahedron Lett. 1999; 40: 7847–7850.

4) Sheng LQ, Ding L, Tong HW. Determination of Nicotine-Related Alkaloids in Tobacco and Cigarette Smoke by GC-FID. Chromatographia, 2005; 62(1-2): 63-68.

5) Cattaruzza M.S., Giordano F., Osborn J. F., Zagà V., Storia della nicotino-dipendenza. Tabaccologia, 2014; 1-2: pp 10-19.