James Buchanan Duke:l’uomo che inventò Big Tobacco

 

James Buchanan Duke (Durham, 23 dicembre 1856 – New York, 10 ottobre 1925) è stato un imprenditore statunitense attivo nel campo dell' elettricità ma soprattutto del tabacco. E non a torto è considerato colui che ha creato lo strapotere delle industrie del tabacco (Big Tobacco) causando 100 milioni di morti durante il XX secolo [1].

Origine e ascesa di Big Tobacco

 L’irresistibile e devastante ascesa di Big Tobacco inizia quando James Buchanan Duke e il fratello  Benjamin Newton Duke (1855–1929) ereditarono dal padre  Washington Duke (1820–1905), piantagioni e una industria di tabacco e ben presto da loro guidata negli anni Ottanta del 1800.

Nel 1885, James Buchanan Duke ottenne la licenza d'uso della prima macchina per la produzione automatica di sigarette (inventata da James Albert Bonsack), con la quale arrivò a rifornire il 40% del mercato americano già nel 1890.

In quell'anno, Duke ottenne il controllo dei suoi quattro principali concorrenti riunendoli in un'unica entità, la American Tobacco Company rappresentando così un monopolio nel mercato americano delle sigarette.

All'inizio del 1900, Duke cercò di conquistare il mercato britannico come aveva fatto in America, costringendo i produttori inglesi, allora divisi, ad unirsi nella Imperial Tobacco Company of Great Britain and Ireland Ltd (Imperial Tobacco). Dopo due anni di intensa concorrenza in Gran Bretagna, Imperial Tobacco entrò nel mercato statunitense, costringendo American Tobacco ad arrivare ad un accordo.

Con l'accordo le due società si spartirono i mercati: quello americano rimase in mano all'American Tobacco, mentre il mercato nei territori inglesi sarebbe rimasto in mano all'Imperial Tobacco. Una terza società, una join venture tra le prime due e chiamata British-American Tobacco Company avrebbe controllato il commercio del tabacco nel resto del mondo. Durante questo tempo, Duke venne più volte citato in giudizio da soci ed azionisti. Nel 1906, la American Tobacco Company venne dichiarata colpevole di violazioni delle norme antitrust, per questo le attività e i beni dell'azienda vennero divisi tra quattro società distinte: la stessa American Tobacco Company e le preesistenti R. J. Reynolds, Liggett & Myers e Lorillard [1, 2]. .

La spietata strategia di marketing

I prodotti del tabacco hanno avuto una lunga e ingloriosa storia di marketing in gran parte senza restrizioni, costruito attorno alla pseudoscienza, ad e affermazioni false e fuorvianti fatte da ricercatori e  medici prezzolati.

 “Buck" Duke, come spesso veniva chiamato,  è stato l'inventore della sigaretta moderna. Infatti è principalmente conosciuto per aver inventato i sistemi di produzione e di marketing delle sigarette moderne, [3] e per il suo impegno nella Duke University.

Alla fine del XIX secolo, questo astuto produttore entrò nel mercato del tabacco “immediatamente pronto per essere fumato” Infatti, nel 1882 Duke iniziò a lavorare con James Bonsack, un giovane meccanico che aveva inventato una macchina per produrre le sigarette. Come spiega il professor Robert Proctor della Stanford University , autore di un saggio sulla storia delle sigarette, la macchina consentiva di produrre una sorta di sigaretta infinita, che veniva suddivisa in sigarette della giusta lunghezza attraverso cesoie rotanti. L’estremità della sigaretta restava aperta e per impedire che si seccasse era necessario aggiungere additivi chimici e altre sostanze come glicerina, zucchero e melassa. Duke decise di investire nel progetto di Bonsack, certo che le persone avrebbero preferito le sigarette industriali a quelle artigianali: sarebbero state rollate in modo perfetto, oltre che molto più igieniche (non prevedevano infatti l’uso delle mani e della saliva), superando quel che accadeva alla Carmen dell'opera di Bizet, che rollava un massimo di 200 sigarette al giorno, a differenza della macchina Bonsack che produceva 120.000 "sigarette" nello stesso periodo, più o meno un quinto del consumo dell’epoca negli Stati Uniti.

[2, 4]

Con l’introduzione di questa nuova tecnologia, però, si venne a creare un eccesso di produzione e di offerta che doveva essere venduta; bosognava creare una domanda per essa. La soluzione fu il marketing e la pubblicità delle sigarette. Duke dovette quindi cercare di aumentare il numero dei fumatori e capì che poteva farlo investendo nel marketing e nella pubblicità: sponsorizzò eventi sportivi, regalò sigarette ai concorsi di bellezza, comprò spazi pubblicitari sulle prime riviste e incluse figurine da collezione nei pacchetti. Soltanto nel 1889 spese in pubblicità 800 mila dollari, più o meno 25 milioni di dollari attuali. Il suo successo fu favorito anche da un vantaggio competitivo non indifferente: Bosnack infatti mantenne il brevetto della sua macchina, ma in segno di gratitudine offrì a Duke uno sconto del 30 per cento nel contratto di locazione.

Nel 1890 Duke arrivò a coprire il 40 per cento del mercato americano delle sigarette e negli ultimi quindici anni dell’Ottocento il numero di fumatori negli Stati Uniti quadruplicò. Nel frattempo il suo successo aumentava: riuscì a espandersi in nuovi paesi (come la Cina) e in nuovi settori della società dell’epoca, diffondendo il fumo anche tra le donne. All’epoca non si sospettava che le sigarette fossero dannose per la salute e gli unici movimenti che si opponevano al diffondersi del fumo erano legati a preoccupazioni morali, soprattutto a causa del consumo di sigarette tra donne e bambini. Nell’Ottocento le uniche donne a fumare erano le prostitute: Duke capì che per convincere le donne a fumare bisognava cambiare il significato sociale del fumo e si affidò a pubblicitari che trasformarono le sigarette in un simbolo dell’emancipazione femminile [2].

Duke, che fumava abitualmente il sigaro, capì anche che le sigarette avrebbero potuto soppiantare le altre forme di consumo di tabacco: potevano essere infatti fumate in ristoranti e salotti, dove sigari e pipe erano proibiti, mentre la facilità con cui potevano essere accese e restare tali le rendeva più adatte alla vita moderna delle città.  Le sigarette venivano anche considerate più salutari delle altre forme di fumo viste le loro dimensioni, e a lungo le consigliarono contro il raffreddore, la tosse e la tubercolosi (una malattia che oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità lega al fumo). In realtà le sigarette creano molti più problemi alla salute e più dipendenza dal tabacco di pipe e sigari, dato che contrariamente a questi vengono solitamente inalate [2].

Durante le due guerre mondiali, le sigarette furono distribuite a centinaia di migliaia di soldati come parte della loro razione nutrizionale giornaliera. Durante l'immediato dopoguerra, le confezioni di Camel e Lucky Strike erano diventate la valuta di scambio più utilizzata in Europa [1].

Con tutte queste manovre pubblicitarie, Duke e i suoi soci hanno causato, come abbiamo già detto, oltre 100 milioni di morti in tutto il mondo; più di Hitler e Stalin insieme[1

 

Bibliografia

  1. . Rovetto P. The tobacco gardens.Colombia Medica, 2012; vol 43, 4: 312.
  2. Il Post: https://www.ilpost.it/2012/11/13/buck-duke-sigarette/
  3. William Kremer, James Buchanan Duke: Father of the Modern Cigarette, BBC News, 13 novembre 2012. URL consultato il 13 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2019).
  4. Duke: Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/James_Buchanan_Duke