HPV (Human Papilloma Virus)
All'inizio degli anni '80 per la prima volta è stato dimostrato il legame tra infezioni genitali da papillomavirus umano (HPV) e Cancro della Cervice Uterina (CC) dal virologo tedesco zur Hausen e da allora il legame tra HPV e CC si è consolidato, tanto che l'infezione da HPV è ora riconosciuta come il principale fattore eziologico per la neoplasia cervicale invasiva e preinvasiva in tutto il mondo [1]. L'HPV è stato implicato nel 99,7% dei casi di CC a cellule squamose in tutto il mondo [2], ed ha mostrato una correlazione, seppur meno pronunciata e dipendente dall’età, con gli adenocarcinomi della cervice [3]. Sono stati identificati circa 30 tipi di HPV che si diffondono attraverso il contatto sessuale e, di questi, quattro si trovano più spesso nelle cellule maligne dei CC, con il tipo 16 che rappresenta circa la metà dei casi negli Stati Uniti e in Europa ed i tipi 18, 31 e 45 che rappresentano un ulteriore 25-30% dei casi.
Il CC è il quarto tumore diagnosticato più frequentemente fra le donne di tutto il mondo e la quarta causa di morte per cancro, con circa 604.000 nuovi casi e 342.000 decessi in tutto il mondo nel 2020 [1]. In Italia, il CC è il quinto tumore più comune nelle donne giovani (sotto i 50 anni), con un totale di 2365 nuovi casi stimati per il 2020 [2]. Tuttavia, il CC è considerata ormai una malattia prevenibile e si dovrebbe fare molto per prevenirla.
È ormai noto che la persistenza dell'infezione da HPV è il più forte fattore epidemiologico associato alla neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN) ed al CC [3] ed è considerata una causa necessaria per lo sviluppo della malattia. Sono stati identificati però atri fattori di tipo virale, genetico o ambientale che, insieme all'infezione da HPV, influenzano il rischio di CC [4]. Il fumo è stato identificato fra i co-fattori ambientali che determinano un rischio di subire lesioni precancerose e di progredire a CC.
Fumo come co-fattore eziologico dell’HPV per il cancro cervicale
Studi epidemiologici hanno dimostrato che solo una piccola percentuale di donne infettate con tipi di HPV oncogenici progredisce verso lesioni intraepiteliali di alto grado (HSIL) o CC. Poiché l'infezione da HPV è considerata una causa necessaria ma non sufficiente per sviluppare il CC [2], è stato ipotizzato che altri co-fattori, che agiscono in associazione con l’infezione da HPV, sono necessari per la progressione dall'infezione cervicale da HPV a CC. I cofattori possono essere classificati in tre gruppi: (1) cofattori ambientali o esogeni, compreso il fumo di tabacco, l'uso di contraccettivi orali, la dieta, il trauma cervicale, la co-infezione con virus dell'immunodeficienza umana e altri agenti a trasmissione sessuale; (2) cofattori virali, come l'infezione da tipi specifici, la co-infezione con altri tipi, la carica virale; (3) cofattori genetici dell'ospite, come l'antigene leucocitario umano o altri fattori correlati alla risposta immunitaria [7].
il ruolo del fumo come co-fattore, insieme all’infezione da HPV, nella cancerogenesi cervicale. La persistenza dell’infezione HPV ad alto rischio, è il fattore di rischio epidemiologico più importante per il CC, tuttavia per sviluppare la malattia occorre la presenza di co-fattori, quali il tabagismo che interferisce con l’incidenza e la prevalenza dell’infezione da HPV ed è associato con CIN e CC invasivo, aumentandone il rischio da due a quattro volte [8]. E’ dunque importante indagare sulle abitudini del fumo di tabacco sia nella pratica clinica che nella ricerca sul CC, che, essendo il CC è una malattia evitabile, occorre aumentare gli sforzi per prevenirla.
Ci sono un miliardo di fumatori nel mondo e un terzo degli adulti sono regolarmente esposti al fumo attivo con il peso delle malattie tabacco correlate, disabilità e morte più alto nei paesi in via di sviluppo. Inoltre il livello dell’aumento del consumo di sigarette nei paesi in via di sviluppo è 10 volte maggiore rispetto ai paesi industrializzati. Questo peso è destinato ad aumentare nelle decadi a venire se l’attuale andamento persiste con più del 90% della popolazione mondiale non protetta da politiche globali contro il fumo di tabacco e una bassa adesione (2%) dei paesi in cui ci sono leggi anti fumo globali [9]
Globalmente, c’è un andamento in aumento delle donne fumatrici di età 13 a 15 anni di cui occorre tenere in considerazione insieme all’età mediana alla quale avviene il primo rapporto sessuale per la maggioranza delle donne è da 15 a 19 anni ai fini della valutazione del rischio per ICC [10]. Harper e colleghi hanno discusso su strategie primarie per infezione da HPV e prevenzione del cancro della cervice uterina. I messaggi e il counselling per la cessazione del fumo di tabacco, l’uso di profilattico, la circoncisione e una scelta selettiva del numero di partner sessuali possono aiutare a ridurre il rischio di cancro della cervice uterina. Altri fattori di rischio di comportamenti sessuali e riproduttivi per il cancro della cervice sono età precoce del primo incontro sessuale e della prima parità come pure la durata di uso di contraccettivi orali combinati. Alcune infezioni da HPV possono essere prevenute mediante vaccinazione. Il cancro della cervice è prevenibile tramite lo screening [11]. Smettere di fumare è associato ad una diminuzione della dimensione della lesione CIN [12 ].
Associazione significativa riscontrata tra il livello della riduzione del fumo di tabacco e la riduzione delle dimensioni della lesione in uno studio di intervento di cessazione del fumo tra donne con lesioni di minore grado, ulteriormente rafforza il ruolo plausibile del fumo di tabacco nella cancerogenesi dell’HPV [12 ].
Bibliografia
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- I numeri del cancro in Italia, 2020
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